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Sottile disprezzo

Tutte le volte che parli di qualcosa, è un qualcosa che ha 52 pollici, o finestrini automatici, o funzioni "domotiche", o diciotto programmi di lavaggio con comandi telepatici. Non ho alcuna intenzione di estrarti dalla tua insignificanza, unico spazio nel quale puoi sembrare qualcosa. Sono i confini che ti sei dato, la provincia, il tuo appartamento da ogni flusso di cultura che conta qualcosa, i tuoi scarsi metri di paragone, a darti un tono. Così è semplice, basta crederci e non voler vedere l’altro che c’è.

Immagini abili

Le immagini presenti a questo link sono molto abili nello spiegare quanto siamo potenti, nel produrre cose, materia, spazzatura, inquinamento vario. Siamo abili perché siamo tanti e abbiamo costruito un sistema produttivo che prolifera sulla nostra implosione. Ci vuole dell’abilità per tutto questo, unita all’incoscienza.

La realtà

Oramai si segnala il nanismo dei pensieri, i nano-discorsi sulle nano-tecniche di riduzione delle prospettive culturali; gli indici si riducono, governati (o fomentati) da nani incapaci di realizzare una realtà. L’uomo comune deve perdersi nella ricerca di una nicchia di indispensabilità, della propria prestazione d’opera, della propria fonte di introito, cose da cui dipendono non la sussistenza (non solo) ma la propria autopercezione.
Tutto questo per così poco.
Sognare è lo sfogo di un investimento mancato in cose importanti. Realizzare è importante, realizzare cose tipo che la realtà non esiste più non puoi sovvertirla ma cominciare a farne una. Scegli dove farla, scegli con chi farla. Dagli una motivazione (alla realtà) e un’allegoria su cui proliferare. Ti aggregherà insieme ad altri realisti di cui non vorrai fare a meno.

La calma delle lettere

E’ così che ci lasciamo
sfondare
dalla calma delle lettere,
ogni virgola entra nel sangue
e rammenda sostanze nutritive
sconclusionate.
La chimica alimenta tentativi
e produzioni in tempo dispari
da ascoltare e pervadere
nel cervello che si
è rialzato,
senza lamentarsi.
Interiormente il magma è
umore in cui sporcare le mani,
che fa ridere in faccia al vento,
e spingersi in là, con convinzione,
e grazia.
Un mantice e uno spostamento
coscienzioso, l’algoritmo vitale di
fondo che soffia energia. 

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Non sono sicuro che un resuscitato voglia resuscitare per notare l’idolatria e la decadenza dei "suoi" insegnamenti. Il suo ridivenire al mondo, la sua fastidiosa necessità di scelta alimentare (divora o vieni divorato), la sua conseguente posizione nella catena alimentare (cibo per idolatri o carnivoro di anime) fa di lui pupazzo delle circostanze e delle credenze, religiose.

Classificazioni

La credenza che fa credere buona parte degli italiani come allergici al potere e creativi e sottilmente anarchici, è da rivedere. Temo che non sia più vera. L’allergia al potere è diventata evasione fiscale e illegalità molercolarmente diffusa. La sottile anarchia è diventata il potenziamento di uno schema di potere in cui chi ha il potere dice agli altri: "io sono io e sono anarchico e quindi faccio come mi pare, tu non sei un cazzo". La creatività infine è fuggita all’estero e la poca rimasta in Italia se la vede con schiere di gerontocrati e "giovani vecchi" che hanno paura di cambiare, quando l’unico senso di fare qualcosa, fare bene un lavoro, è cambiare le cose. Per non cambiare le cose bisogna non fare niente, e quindi rimanere inutili.
Questo per quanto riguarda buona parte degli italiani. L’altra parte degli italiani, quella conservatrice e sottomessa al potere, è rimasta tale e quale invece e, sommata alla precedente, crea effetti micidiali.

Cultura

Indagare quel modo strano,
esistenziale,
di assorbire la cultura,
per immagini,
e subire
gesti comunitari.

Indipendenza,
è distanza,
e pensarsi
prima di essere,
prima di vedersi.

Sapersi fermare,
prima di replicare un azione,
imitare un gesto,
adeguare uno sguardo e,
Sparire.

——-

Arti aridi in una rada, tirata,
Tardi d’una data
adatta dai aria
adirata.
Città ricatti cari
cardini.

——-

E’ svuoto, è svuotato, è solo copertura grassa da packaging viscido, con i riflessi, gli effetti, i resti dell’auto-annientamento che è l’unico modo per essere com’è. Deve non rendersi conto per essere com’è, e tutto gli sta bene addosso.

Di energie desideranti…

…nel 2009 ce ne sono anche in eccesso, tant’è che tocca usare il plurale, e non si distinguono, non le distinguo e anzi non mi distinguo io da loro. Rimane tutto lo stesso, come quando questo blog (?) l’ho creato e rimane la calma serafica che un tempo mi lasciava comunque una certa proiezione sulle cose che avrei potuto fare (l’immaginazione è sempre e anche un turbamento della propria coscienza), invece adesso mi lascia il segno di un’ancora maggiore riflessione rispetto a quella cui sono sempre stato portato. E per quanto serafica, la riflessione è sempre una scarica di potenziale che avviene, con lentezza, ma ripetutamente, nello scandire parole nella mia testa, nel raffinarle, limarle, rivederle, rileggerle e infine condividerle. Questa è la realizzazione della maturità: che non c’è niente di più importante – più importante anche di esperienze esteriori, viaggi, tangibilità e proiezioni sull’ambiente – di quello che vive e matura dal proprio interno, dal labirinto di una coscienza che mi custodisce quando mi muovo, quando esco, quando agisco e interagisco. Mi percepisco, così, quando esco di casa: non una persona che si muove all’interno di un mondo, di uno spazio, di dimensioni e percorsi. Mi percepisco io stesso come un mondo che mi accompagna, mi isola quando è necessario, mi fornisce un inventario da cui attingere e a cui far attingere.

La gente mangia…

Diamo che bastino 2 giorni alla settimana di lavoro e il resto fosse tempo libero.
Diamo che il tempo libero fosse veramente disponibile per qualunque cosa, fuori da obblighi.
Diamo che il piacere è una cosa soggettiva.
Diamo che allo stato attuale questa prospettiva porterà meno cultura, meno intelligenza.
Perché si dia che la gente replicherebbe nel tempo libero quello che già fa nel tempo libero, ovvero:
.niente
.leggere DiPiù
.viaggiare senza capire o per egocentrismo
.fotografare senza capire o per vanità

Non vedo possibile, nella liberazione di tempo, una transizione della maggioranza verso impieghi sensati…non vedo alternativa che venirvi a prendere uno per uno e spiegarvi quel che esiste, quel che è possibile fare, e poi magari sceglierete ugualmente male, ma informati.

L’altro

Il concetto di altro è:
persona che ti sottrae qualcosa;
persona che ti precede, o se sei furbo, viene dopo di te;
persona cui devi sottrarre il posto, il potere, il potere di spesa, l’intelligenza.
Ora, se la crescita (anche industriale) di un luogo si lega all’intelligenza collettiva,
al mettere in comune le conoscenze;
Come tutto questo si può legare alla competizione, al guadagno, al passare davanti agli altri, all’avere un’idea migliore degli altri per metterla a profitto, per far spendere agli altri denaro, per fare a propria volta denaro e quindi fare potere?
La condivisione non si coniuga con la competizione, la cultura della competizione sottrae ricchezza.
L’altro non è uguale a te, perché così dicendo si continuerebbe a sostenere che è altro e quindi lo si potrebbe danneggiare, pensando di guadagnarci qualcosa;
Invece l’altro e tu siete la stessa cosa, quindi sottraendo a lui qualcosa anche tu ti impoverisci.

Realtà

La divisione tra tempo personale e tempo dedicato al lavoro e tra realtà fisica e realtà immateriale (virtuale) viene del tutto cancellato da coloro che vivono connessi, e il risultato di queste si rifletterà anche sulle relazioni sociali.